Guerra in Ucraina, presidio dei sindacati CUB e SGS davanti alla base militare di Birgi


«L’immediato cessate il fuoco in Ucraina, la sua smilitarizzazione con il ritiro immediato di tutti gli eserciti e dei posizionamenti militari, lo stop all’invio di armi in Ucraina e di soldati dall’Italia ai siti Nato, il ritiro di tutte le missioni militari all’estero».

E’ quanto chiedono al governo i sindacati autonomi CUB e SGS che, contro questa e tutte le guerre, hanno proclamato per domani, 20 maggio, uno sciopero generale per tutti i settori, Scuola e Trasporti inclusi.

Nell’occasione, i rappresentanti diCUB Scuola e SGB, presenti in provincia di Trapani, hanno indetto un presidio da svolgersi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 17 davanti l’ingresso della base aeroportuale militare di Birgi. “All’evento sarà presente – si legge nella nota diffusa alla stampa – anche una delegazione di lavoratori di Enna guidati dal segretario regionale del sindacato SGB Aldo Mucci”.

I sindacalisti Natale Salvo (CUB) e Giovanni Oliva (SGB), promotori della manifestazione, contestano anche «le spese militari » del governo, tanto per la missione italiana ai confini con l’Ucraina quanto per l’acquisto e invio di armi al paese in guerra, non solo perché in violazione della legge 185 del 1990 ma anche perché «tali risorse economiche si sarebbero potute destinare alla Scuola, alla Sanità pubblica, ai Trasporti nonché al salario garantito per disoccupati e sottoccupati».

Secondo i sindacalisti  i 200 euro del bonus energia «sono insufficienti a fronte dell’inflazione che è calcolata quasi al 6%».Per i sindacati autonomi «non è ammissibile, soprattutto in questa fase di guerra, lasciare libertà di aumenti esponenziali dei prezzi alle imprese fornitrici e agli speculatori intermediari». Per questo motivo, chiedono che il Parlamento approvi una «legge per il congelamento immediato dei prezzi di tutti i beni ed i servizi primari (generi alimentari di prima necessità a partire dal pane e della pasta, utenze energetiche, carburante, assicurazioni etc)».

I sindacati CUB e SGS avvisano: «Le conseguenze degli effetti combinati della pandemia, della guerra guerreggiata e delle sanzioni alla Russia colpiranno esclusivamente lavoratori, lavoratrici e disoccupati, distruggendo posti di lavoro in Italia». Di conseguenza chiedono la «riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario», poiché « solo con la riduzione della giornata lavorativa si potranno salvare centinaia di migliaia di nuclei famigliari da una nuova ondata di povertà e disperazione».

I sindacati, che chiedono ai cittadini di sostenere lo sciopero e la manifestazione a Birgi con la propria presenza, non dimenticano quei cittadini privi di una casa di proprietà. Per loro chiedono al Parlamento « un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico in disuso».